Descrizione
a cura di L. Seghetti, G. Moretti e Associazione Giovane Europa
2015, pp. 124, ill. e tavv. b/n, cm 21×29,7
Testo in Italiano
La coltivazione del vitigno “Montonico Bianco” è parte della storia abruzzese e, in particolare, della Provincia di Teramo. La sua eliminazione cominciò verso la fine dell’Ottocento per essere sostituito soprattutto con il vitigno “Montepulciano”. Contribuirono a decretarne il declino: la fillossera e la massiccia emigrazione di molti addetti all’agricoltura, alla quale seguì una sensibile contrazione della superficie a vigneto anche nei territori dei Comuni di Bisenti e Cermignano, le tipiche aree dove maggiore era la coltivazione del “Montonico bianco”. La stazione ferroviaria di Montepagano-Rosburgo, ora Roseto degli Abruzzi, nei primi anni del Novecento si animava all’inverosimile per la partenza di questa uva per i mercati del nord Italia e per l’estero. Esso rimane un ricordo indelebile di una storia importante di un vitigno a duplice attitudine: uva da vino, ma anche da tavola.
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