Mostra dedicata alla Tabula Militaris Itineraria nella rara edizione italiana con l’obiettivo di restituire l’identità nazionale ad un documento cartografico fondamentale della storia romana, abitualmente ricordato con il nome di uno dei possessori dell’esemplare di epoca medievale (Peutinger), oggi conservato presso la Hofbibliothek di Vienna.
La prima edizione italiana della Tabula Militaris Itineraria fu stampata a Jesi nel 1809. L’autore dell’opera è il frate Giovanni Domenico Podocataro Cristianopulo dell’Ordine dei Predicatori. L’intento dell’erudito frate domenicano fu quello di dotare gli studiosi e le biblioteche italiane di una edizione gemella del famoso esemplare viennese settecentesco curato da Franz Christoph von Scheyb.
Il Podocataro non si occupò soltanto di studiare la carta e il volume dello Scheyb, emendando gli errori presenti nella edizione viennese e redigendo un’apposita dissertazione a riguardo, ma provvide anche a disegnare ed incidere le lastre di bronzo con le quali furono realizzati i segmenti della Tabula.
Le vicende legate alla compilazione e pubblicazione dell’opera furono lunghe e travagliate. Infatti l’edizione viennese, indispensabile per iniziare il lavoro, era rarissima e di difficile reperibilità. Il Podocataro stava perdendo le speranze di poterla avere in mano per studiarla, quando riuscì ad ottenerla per gentile concessione di un amico che abitava a Vienna, che l’aveva acquistata molto tempo prima al prezzo di circa venti monete d’oro. Inizialmente si era fatto carico delle spese necessarie per l’esecuzione e la pubblicazione dell’opera Francesco Podocataro Cristianopulo, fratello di Giovanni Domenico, che rivestiva la carica di Console nella Repubblica Veneta. Nel 1796 i segmenti della Tavola erano tutti incisi e l’opera era pronta per essere data alle stampe, ma la discesa in Italia di Napoleone rovesciò le sorti economiche di Francesco Podocataro che non potette più finanziare l’opera del fratello. Giovanni Domenico riuscì allora a trovare un nuovo mecenate per la sua opera, il patrizio osimano Stefano Bellini, vescovo delle chiese recanatese e lauretana, uomo erudito, collezionista di sculture ed epigrafi antiche.
Una mostra affascinante, che permette di ripercorrere le antiche vie romane dal punto di vista dei viaggiatori del passato e di individuare, scoprire, ritrovare toponimi, talvolta scomparsi, altre volte semplicemente mutati nel corso dei secoli.
La mostra è proposta anche nella variante "Itinerari dei vini nel mondo antico": i dati topografici della Tabula si incrociano con le testimonianze degli autori classici alla ricerca degli antichi vitigni romani sparsi lungo tutta la penisola. Un salto nel passato, per scoprire i gusti e le abitudini degli antichi romani in fatto di vini e bevande.
Mostre realizzate:
- Ascoli Piceno ottobre 2011
- Roma, Mercati di Traiano giugno 2013
- Prishtina (Kossovo) settembre 2013
- Bruxelles novembre 2014